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Do-decalogo

di Luciano Gallino

Al progetto FAR collaborano docenti, tecnici, dottorandi, tesisti con diversi interessi e specializzazioni. Ad essi viene suggerito di attenersi ai seguenti criteri operativi, che in realtà sono emersi collettivamente dai primi due-tre anni di lavoro e di sperimentazione.

  1. II progetto FAR non utilizza alcuna delle piattaforme (o coursewares) disponibili sul mercato per costruire corsi di e-learning, ne ha elaborato alcuna piattaforma propria. Gli autori di ciascun corso, pur tenendo conto dei criteri generali sottoindicati, mirano a creare di volta in volta strutture espositive e tessiture multimediali inedite.
  2. Ogni corso FAR dovrebbe spalancare a chi lo usa inusitate finestre sul sapere del mondo, qual è contenuto nel Web od al quale esso rinvia: biblioteche on-line e musei o laboratori virtuali, archivi di documenti storici e banche di dati statistici, fototeche e fonoteche, ecc. L'originalità d'un corso FAR on-line rispetto ai tradizionali corsi di formazione a distanza ovvero di E-learning, si fonda quindi sulla capacità dei suoi sviluppatori di intessere sapientemente nei materiali testuali forniti da un docente (o da altro committente) un gran numero di documenti d'ogni genere richiamati in tempo reale, di momento in momento, via Internet, dal Web mondiale. Di conseguenza chi lavora al FAR deve puntare a formarsi una competenza di eccellenza nella ricerca, selezione e impiego concettuale/contestuale delle risorse che la Rete offre in un dato dominio e in domini collaterali. Tra cedeste risorse vanno comprese quelle del cosiddetto "Web profondo" o "invisibile": almeno 600 miliardi di documenti che i motori di ricerca non reperiscono, perché non sono in grado di indicizzarli.
  3. La struttura di un corso FAR on-line dovrebbe essere normalmente costituita da una mappa concettuale, visibile all'utente su richiesta, avente n nodi la cui validità scientifica è certificata da un docente (o altro committente) del relativo campo di competenza. Ciascun nodo della mappa deve permettere di importare dalla Rete in tempo reale qualsiasi tipo di documento, ovvero di accedere a siti utili per approfondire un determinato tema. Consista in un'immagine, un testo, un discorso, un brano musicale, un clip video o altro, un documento non deve mai avere una veste esornativa, bensì apparire intessuto nel contesto di un argomento per svilupparlo e approfondirlo. La mappa concettuale, che con i suoi elementi primari (p. es. testi fomiti dal docente) risiede nel server del FAR, deve essere snella; i documenti di cui propone via via la importazione dalla Rete in tempo reale dovrebbero superarla di parecchi ordini di grandezza. Tuttavia, al fine di accelerare il reperimento e l'inserimento di tali documenti nella struttura della pagina attiva, è opportuno costituire un archivio o una banca dati, interna al corso, che consenta sia di individuare rapidamente quelli di maggior rilevanza in quel momento, sia di richiamare documenti inseriti in altre pagine. Tanto la mappa che l'archivio dovrebbero essere visualizzabili, a comando, a lato della pagina attiva.
  4. Una rappresentazione multimediale del contenuto tematico della mappa dovrebbe comparire sin dalla prima schermata ed essere comprensibile a prima vista. Può essere utile proporre all'utente più rappresentazioni della stessa mappa: testuale, in forma di rete semantica, iconografica, ecc. Detta rappresentazione non deve assolutamente assomigliare all'indice d'un manuale o d'un libro.
  5. È utile suddividere un corso in un limitato numero di moduli, o sezioni, o parti relativamente indipendenti. Ciò facilita le revisioni e gli aggiornamenti. Inoltre permette di vedere entro poco tempo un oggetto che funziona. Poco utile è invece la divisione in lezioni, dato che uno stesso modulo può venire utilizzato per un'ora o per dieci, a seconda del tempo dedicato all'esame dei documenti e dei siti che i nodi della mappa del corso propongono. Ciascun modulo deve recare un titolo tale da designare specificamente il contenuto di esso, non soltanto una numerazione, o un nome generico come "argomento del corso", "obiettivi", "percorsi", "I lezione" e simili.
  6. Tra gli scopi principali di un corso FAR rientra una innovazione significativa della didattica, non soltanto una sua diversa distribuzione nello spazio. Perciò un corso deve essere concepito -anche dal punto di vista dell'ergonomia visuale e cognitiva- per venire utilizzato sia in aula, in presenza di un docente che ne dirige l'esplorazione, sia a distanza, dagli studenti o da altri utenti. Non è razionale costruire due versioni di un corso, una per l'aula, l'altra per l'erogazione a distanza. Se si usano criteri costruttivi appropriati, la stessa identica versione dovrebbe risultare agevole da leggere e da capire sia sul piccolo schermo di un PC, sia sullo schermo grande di un videoproiettore di dati. Se è la tecnologia di un'aula a non consentire una visione adeguata, occorre cambiare la tecnologia, non la struttura o i contenuti del corso!
  7. Chiunque lavori a un corso FAR dovrebbe esser lasciato libero di creare, in accordo con il docente (o altro committente) qualsiasi architettura di pagina, struttura ipertestuale, impiego di multimedia, effetti speciali, tipi di software (purché compatibili con il bilancio del corso), collegamenti a documenti e a siti, che consideri utili per accrescere l'attrattività del corso e la sua efficacia didattica.
  8. II primo giudice di un corso è il docente di quella materia (o altro committente del corso). Il secondo giudice è il gruppo di tutti i collaboratori e collaboratrici del FAR. Il terzo giudice sono gli studenti (o altri utenti) che lo utilizzano. Se uno dei tré giudici esprime un motivato giudizio negativo, l'architettura del corso, o delle pagine toccate dal giudizio, dovrebbe essere ripensata.
  9. I corsi sviluppati in base a convenzioni con enti esterni, donazioni e simili, debbono rispettare gli obbiettivi e le scadenze indicate nella relativa documentazione.
  10. 10. Ogni corso da sviluppare in base a una convenzione e simili è affidato a un sottogruppo formato da un coordinatore o una coordinatrice e da uno o più collaboratori o collaboratrici, indicati nell'organigramma del FAR. Fatto salvo il soprastante punto 7, tanto un coordinatore quanto i collaboratori possono a loro giudizio occuparsi, all'occasione, di più corsi. Possono anche, su richiesta, spostarsi da un corso all'altro, dopo avere discusso in gruppo come mantenere tra i diversi corsi l'equilibrio delle ore di lavoro necessario per completare un corso.
  11. II modo di lavorare dell'intero gruppo FAR è ispirato dall'ideale del "software libero": comunicazione interattiva tra tutti i componenti; nessuna gerarchia (fatti salvi i vincoli amministrativi); cooperazione generalizzata; scambio continuo, in presenza e tramite la Rete, di attività creative, selettive e innovative. L'ideale del software libero presuppone che si utilizzi liberamente (salvo i vincoli posti dalle norme sul diritto d'autore) i prodotti del lavoro altrui (come fa chiunque navighi in Rete). Presuppone pure che il proprio lavoro sia messo a disposizione di altri. Ciò implica non soltanto che un corso FAR dovrebbe essere aperto a chiunque voglia utilizzarlo a fini educativi. Richiede anche che ciascun corso contenga risorse prodotte in proprio dal gruppo FAR, quale ad esempio una banca dati (vedi il punto 2), che altri possono utilizzare. I componenti del gruppo si riuniscono regolarmente, sia su richiesta del direttore o del vice-direttore del progetto, sia di loro iniziativa, tanto in sottogruppi tematici (quelli che lavorano su un corso), quanto in sottogruppi trasversali a composizione variabile (che cioè includono di volta in volta addetti a differenti corsi); prendono visione di ciò che stanno facendo gli altri; suggeriscono modifiche; accolgono o respingono quelle loro suggerite dall'interno o dall'esterno del gruppo. La realizzazione di un corso FAR è il prodotto dell'intelligenza e del le competenze di tutto il gruppo. Il docente (o altro committente) compare nella prima pagina come titolare del corso. Sulla stessa pagina compaiono i principali collaboratori o elaboratori, a partire da coloro cui è stato affidato lo sviluppo del corso.
  12. Anche il presente elenco di criteri operativi è una forma di software libero. Chi ha proposte da fare per svilupparlo e renderlo più aderente alle esperienze via via compiute, le trasmetta on-line al responsabile del progetto. Tenga però presente che un decalogo - qual è simbolica mente il presente, sebbene contenga dodici punti - non può essere ampliato a dismisura. Se si inseriscono nuovi suggerimenti, bisogna provvedere a toglierne altri, con l'obbiettivo di rendere la nuova versione più efficace, come sommario-guida di criteri operativi, della precedente.

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