Il bisogno di adeguare costantemente il proprio sapere al mutare del mercato del lavoro si incontra con l'esigenza delle
moderne organizzazioni di sviluppare al proprio interno la cosidetta conoscenza tacita.
Tale concetto chiama in causa il filosofo della conoscenza Michael Polany, che, nei primi anni '60, elaborò
la nozione di sapere tacito.
Egli affermò che noi tutti conosciamo più di quello che possiamo esprimere:
affermazione che sottintende che una parte del nostro sapere è di difficile e non immediata socializzazione o, ancora, un sapere
di cui noi non siamo consapevoli. Quest'ultima possibilità è presente, specialmente, laddove si è impegnati
nello svolgimento di attività specifiche: "Lo scopo di una prestazione professionale può essere raggiunto attraverso il rispetto di un'insieme di regole
che non sono riconosciute come tali dalla stessa persona che le segue".(Polany 1956).