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- A cura di Paola Zonca
- Realizzazione grafica di Roberto Carta
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- Il modulo si propone di:
- -accostare un autore particolarmente
- significativo per la pedagogia contemporanea
- -introdurre alla conoscenza del pensiero di Dewey
- relativamente ai suoi più importanti apporti in campo pedagogico
- -fornire un collegamento fra i principali concetti
- elaborati dall’autore limitatamente all’ambito educativo
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- Il corso è stato strutturato in modo tale da poter essere consultato
attraverso due modalità:
- LINEARE Seguendo i titoli
elencati sul lato sinistro dello schermo o la numerazione collocata al
fondo della diapositiva.
- IPERTESTUALE Utilizzando le apposite frecce della pulsantiera.
- Si consiglia, al fine di una migliore navigazione ipertestuale,
- la scelta dell’opzione “presentazione”
- attivata cliccando il pulsante e disattivata premendo
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- Collegamenti. All'interno dei testi sono presenti due tipologie di
collegamenti
- Collegamenti esterni: rappresentano uscite verso il mondo della Rete,
ossia accessi ad approfondimenti presenti in Internet. Seguendo questi
collegamenti il lettore ha la possibilità di affrontare alcune tematiche
secondo approcci differenti rispetto a quelli del docente, nonché di
accedere alle risorse di Rete attraverso accessi pre-selezionati.
- Collegamenti interni: possono essere intesi come un'esplicitazione
delle connessioni tra i nuclei tematici individuati nel pensiero
dell’autore.
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- L’opera di John Dewey deve essere inserita nel particolare momento
storico attraversato dalla cultura americana di fine ‘800 inizio ‘900. È
una società caratterizzata da un rapido sviluppo economico e soggetta a
notevoli mutamenti sociali.
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- È necessario che la filosofia e la scienza forniscano gli strumenti
intellettuali per una trasformazione della società per superarne le
contraddizioni e risolverne i problemi nella direzione di un progresso
guidato dalla ragione.
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- Rifacendosi alla scienza sperimentale la scienza sociale diviene capace
di osservare i suoi dati come un complesso di relazioni identificate
attraverso
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- Sull’opera di Dewey
- influirono fortemente
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- La filosofia di Dewey può essere definita strumentalismo perché
interpreta la ragione dell’uomo come uno strumento per l’elaborazione
dell’esperienza. La ragione emerge dall’esperienza stessa a cominciare
dal momento biologico dell’integrazione tra organismo umano e ambiente
come ricerca della soluzione favorevole di situazioni problematiche.
L’uomo è originariamente impegnato in un rapporto pratico col mondo per
piegare l’instabilità degli eventi ambientali agli scopi della
sopravvivenza, da ciò scaturisce il pensiero.
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- Strumentalismo nel senso che il pensiero è concepito come strumento,
organo, per la soluzione dei problemi che si rilevano nel corso della
propria azione nel mondo. Si può dire che l’efficacia del pensiero è di
rendere migliore la vita. L’individuo non si inserisce nella realtà per
lasciarla immutata ma per trasformarla, per promuovere lo sviluppo del
mondo.
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- Secondo Dewey la pedagogia si avvale degli apporti di
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- La natura complessa del soggetto
- è costituita da
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- La conoscenza assume carattere operativo.
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- L’intelligenza e il pensiero
riflessivo, che ne è la manifestazione, sono concepiti come mezzi,
strumenti, per la risoluzione di problemi gnoseologici, concettuali,
operativi, pratici. Pensare significa partecipare alla costruzione del
mondo oggettivo, ampliare la sfera di rapporti col mondo.
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- Il pensiero si sprigiona nello stato di incertezza e precarietà che
sorge nell’individuo di fronte a una difficoltà, nella ricerca del modo
di soddisfare un bisogno o eliminare un ostacolo. È il dubbio su come
sciogliere una situazione che suscita il pensiero, perché in assenza di
problemi da risolvere, riflettere è inutile.
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- “Il miglior modo di pensare è il pensiero riflessivo: quel tipo di
pensiero che consiste nel ripiegarsi mentalmente su un soggetto e nel
rivolgere ad esso una seria e continuata considerazione.” [1]
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- Il pensiero si svolge fra
- due momenti:
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- Pensare logicamente significa rappresentarsi chiaramente una
difficoltà, formulare un’ipotesi di comportamento atta a superarla,
connettendo strettamente il fatto alla sua interpretazione, e infine dar
vita a una situazione nuova in cui quella originaria sia trasformata. È
in quest’ottica che il pensiero viene inteso come organo per la
soluzione dei problemi, come processo che nasce da una difficoltà da
superare e si acquieta nel suo superamento.
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- Non si può pensare nel vuoto, non ci può essere esercizio formale del
pensare, avulso dalla partecipazione ad una situazione vitale e perciò
problematica. Non si può insegnare a pensare se non inserendo gli alunni
in una situazione problematica, ponendoli a confronto con una realtà
vivente.
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- L’uomo pensa solo se immerso in una difficoltà impegnativa per la
propria esistenza. Inoltre “pensare significa partecipare alla
costruzione del mondo oggettivo, risolvere una difficoltà in vista di un
ampliamento della sfera dei nostri rapporti col mondo, contribuire allo
sforzo di autoliberazione del mondo stesso.[1]”
- [1] L. Borghi, Il metodo dei progetti. Un capitolo della storia
dell’educazione attiva, Firenze, La Nuova Italia, 1954, p. 6
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- Nelle opere di Dewey si rilevano due possibilità relativamente alla
necessità di agire per completare il pensiero.
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- Nella prima edizione di Come pensiamo (1910) appare sufficiente
fermarsi alla perlustrazione ipotetica delle condizioni che possono
verificarsi: “talvolta è necessaria un’esperienza…”.
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- In Democrazia e educazione (1916), contrariamente a quanto affermato
negli scritti precedenti, si dice che il pensiero non deve essere
coltivato isolatamente perché è incompleto: “le idee […] sono
anticipazioni di qualche continuità o connessione fra un’attività e dei
risultati che non si sono ancora manifestati. La prova della loro
validità si ha nell’agire a norma di esse.[1]”
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- È importante, per la riuscita del metodo, che il soggetto “abbia
opportunità e occasione di saggiare le sue idee per mezzo
dell’applicazione, onde chiarirne il significato e scoprirne da sé la
validità[1]”, perché un’idea non diventa certezza, quindi
base forte per l’azione cosciente, se non si agisce su di essa. Allo
stesso modo si sottolinea che l’azione non può sussistere da sola.
L’azione non è abbandono del pensiero per la pratica ma inclusione di questa
nel processo stesso del pensiero.
- [1] J. Dewey, Democrazia e educazione, Firenze, La Nuova Italia, 1992,
p. 214 (ed. or. Democracy and Education, 1916)
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- Il metodo dei problemi consente di passare da una situazione
semplicemente indeterminata ad una problematica in cui si pongono con
chiarezza i termini del problema da risolvere.
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- Sebbene la difficoltà incontrata nel corso della propria condotta
arresti momentaneamente l’azione, l’impulso ad operare persiste
prendendo la forma di un’idea, una suggestione. La mente si spinge
innanzi verso una possibile soluzione. A sostituire e anticipare
l’azione diretta interviene un’idea su ciò che si può fare per uscire
dalla situazione problematica.
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- La forma emozionale della situazione in cui l’individuo si trova viene
trasformata in un momento di riflessione sulle condizioni specifiche che
impediscono all’azione di proseguire. Attraverso l’intellettualizzazione
si attua una più chiara comprensione del problema perché la difficoltà
viene analizzata e quindi definita.
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- La fase precedente, in cui si è analizzata la difficoltà, consente di
avere un’idea più esatta della specie di soluzione che occorre. La
suggestione iniziale si perfeziona e lascia il posto ad un’ipotesi. Prende forma
un’idea guida e su questa base si compiono nuove osservazione, si
raccolgono nuovi fatti, si stabilisce una congruenza tra la propria
ipotesi e i nuovi elementi. In questa fase la suggestione inizia a
diventare una possibilità, si prospetta una soluzione possibile.
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- La suggestione viene analizzata in modo più approfondito. L’individuo
giunge a rielaborare la forma originaria dell’ispirazione di partenza,
attraverso una connessione di idee, in una forma che rende possibile
affrontare il problema in modo più veloce ed efficace.
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- L’esperienza non è data dalla semplice attività
- ma dal verificarsi di un cambiamento.
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- L’educazione deve tenere in considerazione entrambi gli aspetti.
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- Il progetto è il piano che si mette a punto per uscire dalla situazione
problematica, è quindi un atto che ha una precisa motivazione
intellettuale emergente dall’impatto con una difficoltà riscontrata in
una circostanza.
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- Di fronte ad una difficoltà che impegna l’esistenza occorre farsi un
piano, dare forma a un tentativo di progetto che, sulla base delle
informazioni acquisite nel passato, formuli delle ipotesi da mettere
alla prova dell’esperienza.
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- Secondo Dewey quando vi è vero interesse, l’io si identifica con
un’idea o un oggetto dal momento che ha trovato in essi il mezzo per
esprimersi. Questa concezione deriva da una rielaborazione del motivo
centrale della psicologia dell’istinto di William James, attraverso la
quale Dewey arriva a concepire l’io come un impulso attivo, come una
forza che tende ad esprimersi. Il soggetto sta già sempre facendo
qualcosa, è costantemente impegnato in un’attività urgente.
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- Un punto fondamentale è che non è l’oggetto a far nascere l’interesse,
bensì la realtà stessa stimola impulsi o istinti che sono già attivi,
fornendo loro l’occasione di schiudersi. Per questo motivo l’educazione
non può essere trasmissione alla mente dell’alunno di un sapere già
formato, di una somma di nozioni acquisite e sistemate.
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- Nella vera educazione l’attività è fusione di
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- L’educazione ha fini sociali e democratici
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- “Ogni educazione deriva dalla partecipazione dell’individuo alla
coscienza sociale della specie” [1]
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- Il processo educativo ha due aspetti
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- Ne Il mio credo pedagogico John Dewey afferma che “la scuola è prima di
tutto un’istituzione sociale”, attraverso di essa la società può fornire
in un ambiente protetto le esperienze che, a causa della rivoluzione
industriale e del conseguente mutamento dei costumi, i fanciulli non
attingono più in famiglia. Nella scuola si semplifica la vita sociale
esistente e la si riconduce all’ambiente familiare attraverso una
continuità con le attività domestiche.
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- La scuola è intesa allo stesso tempo come processo di vita
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- Le teorie elaborate da Dewey relativamente alla conoscenza e
all’esperienza lo portano a considerare l’apprendimento come vincolato
all’azione e quindi ad esperienze originali e personali.
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- Nella scuola attiva l’educazione è autoeducazione perché l’alunno viene
educato a divenire educatore di se stesso. Al centro del processo
educativo si collocano l’attività e l’esperienza del soggetto.
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- SCUOLA TRADIZIONALE
- Esperienze educative imposte dall’esterno basate su interessi creati
artificialmente.
- Informazioni date già costruite.
- Lezioni prestabilite.
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- La democrazia è l’ordinamento istituzionale più favorevole alla vita
umana poiché in essa individuo e società si condizionano senza elidersi
e ogni uomo ha la possibilità di fornire il contributo derivato dalla
propria esperienza. Ognuno contribuisce con il proprio lavoro
all’arricchimento della vita di tutti.
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- Democrazia ed educazione si influenzano reciprocamente in quanto la
prima consente agli individui di svilupparsi attuando tutte le proprie
potenzialità in un ambiente che consente scambi e approfondimenti tra
componenti ma, a sua volta, l’educazione è condizione essenziale per lo
sviluppo della democrazia perché favorisce la collaborazione e alimenta
il metodo dell’intelligenza. “Democrazia e educazione” 1916
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- La democrazia si fonda
- sulla fiducia
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- Democrazia non significa uguaglianza delle doti naturali ma piuttosto
sottolinea l’importanza di far sviluppare, ed esprimere, a ciascuno il
proprio pensiero nella consapevolezza che il contributo fornito dal
singolo alla collettività può essere di portata maggiore o minore.
- Secondo Dewey “proprio il fatto della disuguaglianza naturale e
psicologica è una ragione di più
per stabilire giuridicamente l’uguaglianza di possibilità, poiché
altrimenti la prima diventa un mezzo per opprimere i meno dotati.”
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- Non sono le condizioni precedenti
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- Testi di John Dewey
- Dewey J., Come pensiamo, Firenze, La Nuova Italia, 1961 (ed. or. How we
think, 1933)
- Dewey J., Democrazia e educazione, Firenze, La Nuova Italia, 1992 (ed.
or. Democracy and Education, 1916)
- Dewey J., Esperienza e educazione, Firenze, La Nuova Italia, 1949 (ed.
or. Experience and Education, 1938)
- Dewey J., Il mio credo pedagogico, Firenze, La Nuova Italia, 1954
- Dewey J., L’educazione di oggi, Firenze, La Nuova Italia, 1950 (ed. or. Education
today, 1940)
- Dewey J., Scuola e società, Firenze, La Nuova Italia, 1949 (ed. or. The
School and Society, 1915)
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- Testi su John Dewey
- Borghi L., L’ideale educativo di John Dewey, Firenze, La Nuova Italia,
1955
- Granese A., Introduzione a Dewey, Bari, Laterza, 1973
- Hickman L., La tecnologia pragmatica di John Dewey, Roma, Armando, 2000
- Spadafora G., Interpretazioni pedagogiche Deweyane in America e in
Italia, Catania, Istituto di Scienze Pedagogiche e Psicologiche, 1997
- Visalberghi A., John Dewey, Firenze, La Nuova Italia, 1951
- Testi di contesto
- Borghi L., Il fondamento dell’educazione attiva, Firenze, La Nuova
Italia, 1952
- Borghi L., Il metodo dei progetti. Un capitolo della storia
dell’educazione attiva, Firenze, La Nuova Italia, 1954
- Chiosso G., Novecento pedagogico, Brescia, La scuola, 1997
- Fornaca R. – Di Pol R.S., La pedagogia scientifica del ‘900, Milano,
Principato, 1981
- Fornaca R., La pedagogia filosofica del ‘900, Milano, Principato, 1989
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- http://www.infed.org/thinkers/et-dewey.htm
- http://www.utm.edu/research/iep/d/dewey.htm
- http://www.socsci.kun.nl/ped/whp/histeduc/links08d.html#dew
- http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/d_john_dewey.htm
- http://www.ilt.columbia.edu/projects/digitexts/dewey/d_e/title.html
- http://www.anzwers.org/trade/mondo3/filosofia/dewey.html
- http://paradigm.soci.brocku.ca/~lward/documents_by_others.html#sectD
- http://helios.unive.it/~corc_sis/pedagogia/2002.htm
- http://www.geocities.com/fylosofya/james.htm
- http://www.racine.ra.it/lsoriani/evoluzione/Darwin/Darwin.htm
- http://www.oneonline.it/users/dromano/appunti/paris17.htm
- http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=53
- http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=125
- http://www.emory.edu/EDUCATION/mfp/james.html
- http://muskingum.edu/~psychology/psycweb/history/hall.htm#Time%20Line
- http://www.filosofia.unina.it/tortora/sdf/Quinto/V.html
- http://www.cronologia.it/storia/tabello/aa1901.htm
- http://www.itcgmontefiascone.it/novecento/riv.htm
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