EFFICACIA DELLE MISURE ERGONOMICHE PER LA PREVENZIONE DEL MAL DI SCHIENA NEL PERSONALE ADDETTO ALLA ASSISTENZA

 

I REPORT - Studio descrittivo della coorte.

Centro Ricerche in Ergonomia - Dr.ssa Letizia Guarducci

 

INTRODUZIONE

Le possibili cause del mal di schiena nel personale infermieristico (registered nurses, auxiliary nurses and student nurses) sono state in questi ultimi anni ampiamente studiate. Vari fattori di rischio sono stati analizzati, in particolare: fattori individuali (età, peso, episodi precedenti di mal di schiena, attività fisica, disturbi psichici ecc.), fattori fisici ( posture incongrue, tipo di mansione o di reparto ospedaliero, uso di ausili meccanici ecc.), fattori psico-sociali (carico di lavoro, ridotta possibilità decisionale, mancanza di supporto sociale, soddisfazione lavorativa ecc.) ed organizzativi (carenza di personale, tecnica di movimentazione manuale pazienti, lavoro a turni ecc.) (6) (8) (9) (13) (15) (16) (17). Tra questi fattori hanno dimostrato le correlazioni più significative, con la presenza di disturbi muscolo-scheletrici, quelli individuali, fisici ed organizzativi, mentre non è ancora ben definito il ruolo dei fattori psico-sociali (16) (18) (19). Gli studi epidemiologici finora svolti sono stati prevalentemente di tipo trasversale e retrospettivo, in generale poco adatti per indagare malattie di tipo aspecifico, come quelle dell’apparato muscolo-scheletrico. La maggior parte delle indagini sono comunque concordi nell’affermare una correlazione tra esposizione a movimentazione di pazienti e comparsa di lombalgia ed un maggior livello di rischio per gli infermieri rispetto ad altre categorie lavorative (4) (10) (16) (19). Pochi sino ad oggi sono stati invece gli studi di efficacia relativi alla implementazione di soluzioni ergonomiche allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro (12). Emerge infatti sempre di più dalla letteratura scientifica, l’opportunità di indirizzare gli interventi di tipo preventivo su più fronti, come la formazione alle tecniche corrette di movimentazione manuale dei pazienti, l’utilizzo di ausili meccanici, l’attività fisica, l’organizzazione del personale e la gestione dello stress.

 

L’obiettivo di questo progetto è valutare l’efficacia degli interventi preventivi di tipo formativo e tecnico per ridurre la comparsa di disturbi muscolo-scheletrici ed il carico di lavoro fisico, in una popolazione di operatori sanitari (infermieri professionali e non) addetti all’assistenza e sottoposti al rischio specifico da movimentazione dei pazienti.

 

 

MATERIALI e METODI

 

Disegno dello  studio

 

Hanno partecipato all'indagine 730 (183 M, 547 F) operatori sanitari addetti all’assistenza dei pazienti in 5 presidi ospedalieri (Ospedale di Serristori, Ospedale S.Maria Annunziata, Nuovo Ospedale S. Giovanni di Dio, Ospedale S. Maria Nuova, Ospedale di Borgo S. Lorenzo) dell’Azienda Sanitaria di Firenze. La popolazione lavorativa, composta da infermieri professionali e OTA,  è costituita dalla totalità dei lavoratori presenti nei reparti individuati (quelli a maggior rischio).

La prima fase dello studio, di tipo longitudinale, ha avuto l'obiettivo di raccogliere delle misure di outcome (numero di casi di lombalgia da sforzo, numero di casi di mal di schiena verificatisi negli ultimi 12 mesi,  livello riferito di sforzo fisico percepito) prima dell'introduzione degli interventi di tipo preventivo. Successivamente all'adozione di questi saranno effettuati una serie di controlli nel tempo (dopo un anno, due anni dalla adozione degli interventi preventivi) per valutare il modificarsi della patologia muscolo-scheletrica del rachide in rapporto ai miglioramenti realizzati. Questa seconda fase prevede un’ulteriore somministrazione dei suddetti questionari e la rivalutazione, per singolo reparto, dell’entità di esposizione al rischio specifico da movimentazione dei pazienti.

La valutazione di efficacia degli interventi ergonomici realizzati avverrà quindi mediante il confronto tra le misure di outcome raccolte prima e dopo la realizzazione di tali interventi preventivi.

 

Strumenti per la raccolta dei dati soggettivi

 

- Nel periodo che va dal luglio al novembre del 1999 ogni operatore sanitario coinvolto nello studio ha compilato un questionario (allegato I) per la rilevazione dei disturbi muscolo-scheletrici a carico del rachide, consegnatogli da un infermiere dell’ U.O. Medicina Preventiva e Sorveglianza Sanitaria,.

Il questionario adottato (Hagberg e Coll. 1999, modificato) è suddiviso in due parti. Una prima parte anagrafica in cui si chiedono informazioni di carattere anagrafico e occupazionale (età, luogo di lavoro, mansione, turno lavorativo, anzianità lavorativa di reparto e di mansione); una seconda parte riguardante le caratteristiche dei disturbi (localizzazione, tipo di dolore e/o fastidio, anno di comparsa, durata e frequenza, entità del disturbo, assunzione di terapie, giorni di ridotta attività lavorativa, giorni di assenza per malattia).

Il questionario di Hagberg e Coll. prevede la definizione di “CASO” se il disturbo assume delle particolari caratteristiche di gravità, cioè se il dolore o il fastidio è di entità >o= 3 o in alternativa, se il soggetto ha fatto uso di farmaci o di altre terapie per risolvere il disturbo o è stato assente dal lavoro o ha ridotto di intensità il lavoro a causa dal disturbo o ha cambiato tipo di compito od attività a causa del disturbo (1).

- Agli operatori è stato inoltre richiesto di rispondere ad una domanda sullo sforzo fisico percepito a conclusione del lavoro giornaliero generalmente svolto. Per tale valutazione è stata utilizzata la scala CR10 di Borg (3), uno degli strumenti attualmente disponibili per la quantificazione soggettiva di tale dato. Questa scala di valutazione di tipo numerico prevede affiancato ad ogni numero una definizione verbale del relativo sforzo percepito. Inizia con uno “0” che significa “nessuna percezione” ed arriva fino ad “estremamente forte” (=10) che corrisponde alla percezione più forte di cui il soggetto abbia ricordo. Prima di scegliere, il soggetto deve considerare le espressioni verbali accanto ai numeri.

- Un altro dato raccolto è relativo alle conoscenze degli operatori sanitari sui rischi occupazionali,  in particolare la partecipazione a corsi di formazione sui rischi professionali (corsi di base o specifici).

- Per ogni lavoratore sono inoltre stati forniti i dati sull’assenteismo generico per malattia relativi al secondo semestre del ’98 ed al primo semestre del ‘99.

 

 

Elaborazione statistica

L’analisi dei dati è stata condotta utilizzando il pacchetto SPSS. E' stata condotta una statistica descrittiva ed effettuati alcuni incroci tra le principali variabili.

 

 

 

 

 

 

 

RISULTATI

 

Il campione esaminato risulta costituito da 730 operatori sanitari addetti all’assistenza dei pazienti, di cui 183 di sesso maschile (25,1%) e 547 di sesso femminile (74,9%).

La tabella 1 mostra, per ogni presidio ospedaliero coinvolto nel progetto, la numerosità dei reparti e degli operatori sanitari che vi prestano servizio.

 

Tabella 1 - Presidi ospedalieri che hanno partecipato al progetto, numerosità dei reparti e del

campione.

 

OSPEDALI

REPARTI

SOGGETTI

%

S.M.Annunziata

17

147

20,1

Serristori

6

77

10,5

Torregalli

15

294

40,3

S. Maria Nuova

22

180

24,7

Borgo S.Lorenzo

11

32

4,4

Totale

71

730

100,0

 

 

La mansione svolta più frequentemente dagli operatori sanitari è quella di infermiere professionale (567 soggetti, 77.7%), seguita da quella di operatore tecnico addetto all’assistenza pazienti (68 soggetti, 9.3%), mentre il resto dei soggetti hanno altre mansioni ( 95 soggetti, 13%) (tabella 2).

 

Tabella 2 - Distribuzione per mansione lavorativa.

 

MANSIONI

%

Infermiere professionale

567

77,7

O.T.A.

68

9,3

Altro

95

13

Totale

730

100,0

 

 

Il turno lavorativo effettuato dagli operatori sanitari è del tipo mattina-pomeriggio per 121 soggetti (16,6%), mattina-pomeriggio-notte per 434 (59,7%) e giornaliero per 172 (23,7%) (missing = 3).

 

Distribuendo il campione in 5 fasce di età (tabella 3), la maggioranza dei soggetti appartiene alla fascia 25-34 anni (41,1%) ed alla fascia 35-44 anni (36,3%).

 

Tabella 3 - Distribuzione per classi d’età (aa).

 

CLASSI di ETA’

SOGGETTI

%

16-24

7

1,0

25-34

300

41,1

35-44

265

36,3

45-54

131

17,9

55-64

27

3,7

Totale

730

99,7

 

L’età media degli operatori risulta di circa 37 anni, con un’anzianità lavorativa nel reparto di circa 5 anni e nella mansione di circa 11 anni (tabella 4).

 

Tabella 4 - Descrizione del campione per età, anzianità lavorativa di reparto e di mansione (aa).

 

 

MEDIA

MEDIANA

DEVIAZ.STAND.

MIN

MAX

Età compiuta

37,641

36,000

8,473

24,00

64,00

Anzianità reparto

5,808

3,000

6,869

0,00

51,00

Anzianità  mansione

11,858

10,000

7,662

0,00

40,00

 

 

Nelle tabelle 5 e 6 il campione viene distribuito in classi di anzianità lavorativa di reparto e di mansione. Oltre la metà dei soggetti (56,1%) ha un’anzianità lavorativa di reparto inferiore a cinque anni, mentre solo il 16,6% dei soggetti ha un’anzianità lavorativa di mansione inferiore ai cinque anni. La differenza significativa tra questi due valori può essere spiegata come presenza di un elevato turn-over del personale infermieristico nei reparti presi in considerazione. 

 

 

Tabella 5 - Distribuzione per classi di anzianità lavorativa di reparto (aa).

 

CLASSI di ANZIANITA’ di REPARTO

SOGGETTI

%

0-4

409

56,1

5-9

146

20,0

10-14

94

12,9

>14

80

11,0

Totale

729

100,0

       Missing (n°) = 1

 

 

 

 

 

Tabella 6 - Distribuzione per classi di anzianità lavorativa di mansione (aa).

 

CLASSI di ANZIANITA’ di MANSIONE

SOGGETTI

%

0-4

121

16,6

5-9

197

27,1

10-14

168

23,2

>14

241

33,1

Totale

727

100,0

       Missing (n°) = 3

 

 

 

 

 

Percepiscono affaticamento mentale e fisico dopo il turno di lavoro rispettivamente 671 soggetti (91,9%) e 701 soggetti (96,3%); le frequenze con cui vengono riferite tali percezioni sono riportate nella tabella 7.

 

Tabella 7 - Percezione dell’affaticamento mentale e fisico dopo il turno di lavoro.

 

PERCEZIONE AFFATICAMENTO

SOGGETTI

%

MENTALE:

Mai

Raramente

Spesso

Sempre

FISICO:

Mai

Raramente

spesso

Sempre

 

59

323

309

39

 

27

219

427

55

 

8,1

44,2

42,3

5,3

 

3,7

30,1

58,7

7,6

                 Missing (n°) = 2

 

 

I soggetti che hanno accusato almeno un episodio di lombalgia acuta da sforzo nell’ultimo anno sono 188 (25,7%) come mostra la tabella 8.

 

 

Tabella 8 - Numero di episodi di lombalgia acuta presentati durante gli ultimi 12 mesi.

 

EPISODI

SOGGETTI

%

0

542

74,3

1

66

9,1

2

58

8,0

3

24

3,3

4

13

1,8

5

15

2,1

6

1

0,1

7

1

0,1

8

1

0,1

10

6

0,8

> 10

2

0,2

Totale

729

100,0

                                                 Missing (n°) = 1

 

Per quanto riguarda i disturbi cronici (dolore, fastidio, rigidità) riferiti al rachide, 161 operatori sanitari (22,1%) riferiscono di non averne mai sofferto durante i 12 mesi che hanno preceduto la somministrazione dei questionari. Mentre 569 soggetti (77,9%) hanno un’anamnesi positiva in tal senso. La tabella 9 mostra le diverse localizzazioni di tali disturbi con le rispettive frequenze. Risulta evidente che il tratto lombare del rachide è quello maggiormente interessato, con ben 441 soggetti (60,4% della popolazione totale) che riferiscono disturbi in tale sede, mentre per il tratto cervicale e dorsale sono rispettivamente 242 (33,4%) e 163 soggetti (22,3%). 

 

 

Tabella 9 - Localizzazione dei disturbi secondo il tratto di rachide interessato.

 

SEDE del DISTURBO

SOGGETTI

%

Cervicale

61

11,0

Dorsale

25

4,5

Dorsale + cervicale

29

5,2

Lombare

242

44,5

Lombare + cervicale

90

16,2

Lombare + dorsale

47

8,5

Lombare + dorsale + cervicale

62

11,2

totale

556

100,0

                 Missing (n°) = 13

 

 

Le tabelle 10, 11, 12 e 13 mostrano i dati relativi ad alcune caratteristiche ( tipologia, sede, durata e frequenza) dei disturbi cronici accusati dagli operatori sanitari. Indipendentemente dal tratto di rachide interessato, il tipo di disturbo più frequente risulta essere il dolore, seguono il fastidio per il rachide dorsale e lombare, la rigidità per quello cervicale. I disturbi si localizzano nella maggior parte dei casi in entrambi i lati della schiena ed hanno una durata inferiore ai 7 giorni. In particolare per il tratto di rachide cervicale la durata più frequente (43,6%) è compresa tra 1 e 24 ore, per quello lombare è tra 24 ore e 7 giorni (38,9%).

Tabella 10 - Tipologia del disturbo: frequenze per tratto di rachide interessato (cervicale, dorsale, lombare).

 

TIPO DI DISTURBO

CERVICALE

DORSALE

LOMBARE

%

%

%

Dolore

87

37,0

82

52,2

230

53,9

Fastidio

40

17,0

35

22,3

98

23,0

Fastidio + dolore

16

6,8

6

3,8

27

6,3

Rigidità

42

17,9

9

5,7

12

2,8

Rigidità + dolore

40

17,0

18

11,5

48

11,2

Rigidità + fastidio

5

2,1

2

1,3

5

1,2

Rigidità + fastidio + dolore

5

2,1

5

3,2

7

1,6

Totale

235

100,0

157

100,0

427

100,0

Missing (n°): C= 7; D= 6; L= 14.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 11 - Frequenze per tratto di rachide interessato (cervicale, dorsale, lombare).

 

SEDE del DISTURBO

CERVICALE

DORSALE

LOMBARE

N° sogg.

%

N° sogg.

%

N° sogg.

%

Lato destro

30

12,5

20

12,6

47

10,7

Lato sinistro

22

9,2

27

17,0

29

6,6

Lati destro e sinistro

188

78,3

112

70,4

363

82,7

Totale

240

100,0

159

100,0

439

100,0

Missing (n°): C= 2; D= 4; L= 2.

 

 

 

 

Tabella 12 - Durata del disturbo per tratto di rachide interessato (cervicale, dorsale, lombare).

 

DURATA del DISTURBO

CERVICALE

DORSALE

LOMBARE

N° sogg.

%

N° sogg.

%

N° sogg.

%

<1 ora

13

5,9

18

11,9

36

8,5

1-24 ore

96

43,6

56

37,0

156

37,0

24 ore-7 giorni

73

33,2

56

37,0

162

38,9

7 giorni-1 mese

20

9,1

11

7,3

28

6,5

1-6 mesi

7

3,2

4

2,6

18

4,7

>6 mesi

11

5,0

6

4,0

18

4,4

Totale

220

100,0

151

100,0

418

100,0

Missing (n°): C= 22; D= 12; L= 23.

 

 

 

 

 

Tabella 13 - Frequenze del disturbo per tratto di rachide interessato (cervicale, dorsale, lombare).

 

FREQUENZA dei DISTURBI

CERVICALE

DORSALE

LOMBARE

N° sogg.

 

N° sogg.

%

N° sogg.

%

Costante

51

21,7

25

16,3

63

15,3

Giornaliero

21

8,9

23

15,0

39

9,5

1 volta/ settimana

50

21,3

21

13,7

83

20,2

1 volta/ mese

52

22,1

34

22,2

80

19,5

Ogni 2-3 mesi

43

18,3

34

22,2

92

22,4

Ogni 6 mesi

18

7,7

16

10,5

54

13,1

totali

235

100,0

153

100,0

383

100,0

Missing (n°): C= 7; D= 10; L= 30.

 

 

Fra i soggetti che riferiscono in generale disturbi al rachide cervicale (n°=242), dorsale (n°=163) e lombare (n°=441), hanno accusato disturbi negli ultimi 7 giorni rispettivamente 141 (58.3%), 81 (49,7%) e 219 soggetti (49,7%).

 

L’entità dei disturbi cronici è stata quantificata da ogni singolo soggetto scegliendo un numero in una scala da 0 a 5. Le frequenze dei punteggi attribuiti, distribuite secondo il tratto di rachide interessato dai disturbi, sono riportate nella tabella 14.

 

 

Tabella 14 - Entità del disturbo: frequenze dei punteggi per tratto di rachide interessato (cervicale, dorsale, lombare).

 

ENTITA’ dei DISTURBI

CERVICALE

DORSALE

LOMBARE

N° sogg.

%

N° sogg.

%

N° sogg.

%

0

36

15,3

17

11,0

52

12,2

1

22

9,3

11

7,1

45

10,5

2

51

21,6

33

21,4

89

20,8

3

70

29,7

63

40,9

157

36,8

4

32

13,6

14

9,1

49

11,5

5

25

10,6

16

10,4

35

8,2

Totali

236

100,0

154

100,0

427

100,0

Missing (n°): C= 6; D= 9; L= 14.

 

 

Dei soggetti (n°= 242) che hanno accusato disturbi al rachide cervicale, 128 (52,9%) hanno assunto delle terapie per tali disturbi; tra quelli che li hanno accusati al tratto dorsale (n°= 163) e lombare (n°= 441), hanno assunto delle terapie rispettivamente 72 (42,9%) e 211 (47,8%) soggetti.

 

Sono stati costretti a cambiare lavoro per i disturbi al rachide 29 operatori sanitari di cui 14 (5,8%) riferivano disturbi al rachide cervicale, 9 al rachide dorsale (5,5%) e 14 (3,2%) a quello lombare.

 

Nella tabella 15 viene riportato il numero dei soggetti che hanno raggiunto la soglia positiva (CASI) per tratto di rachide interessato. Da tali dati si può dedurre che i disturbi cronici riferiti dai soggetti sono per la maggior parte di entità rilevante visto che circa il 70% di essi raggiunge il livello soglia.

 

 

 

Tabella 15 - Soglia positiva: frequenze per tratto di rachide interessato (cervicale, dorsale, lombare).

 

SOGLIA POSITIVA

CERVICALE

DORSALE

LOMBARE

N° sogg.

%

N° sogg.

%

N° sogg.

%

NO

66

29,5

41

28,7

119

29,1

SI

158

70,5

102

71,3

290

70,9

Totale

224

100,0

143

100,0

409

100,0

Missing (n°): C= 1; D= 3; L= 2.

 

Infine nella tabella 16 sono registrate le frequenze dei punteggi della scala di Borg attribuiti dagli operatori sanitari allo sforzo percepito quotidianamente nell’attività di movimentazione manuale dei pazienti. I punteggi più frequentemente scelti sono stati: 5 (22,0% dei casi), 4 (12,6% dei casi) 7 (11,7% dei casi) e 3 (11,3% dei casi).

 

 

 

 

 

Tabella 16 - Valutazione dello sforzo percepito nell’attività di movimentazione manuale dei pazienti: frequenze dei punteggi della scala di Borg.

 

PUNTEGGI SCALA di BORG

FREQUENZA

% VALIDA

0

12

1,7

0,5

40

5,5

1

30

4,1

2

44

6,1

3

82

11,3

4

91

12,6

5

159

22,0

6

60

8,3

7

85

11,7

8

67

9,3

9

12

1,7

10

42

5,8

Totale

724

100,0

                                      Missing (n°) = 6.

 

 

 

 

Dall’elaborazione dei dati relativi all’assenteismo per malattia effettuata utilizzando il modello di regressione multipla, emerge come influiscano in modo significativo su di esso: la presenza di una soglia lombare positiva (non la semplice presenza di sintomi che non raggiungono la soglia), l’età superiore ai 50 anni ed il sesso femminile. L’assenteismo generico per malattia può essere quindi considerato sensibile stimatore del disturbo lombare, cioè con una diminuzione dei soggetti “soglia positiva” dovremmo assistere ad una significativa riduzione dell’assenteismo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTERVENTI PREVENTIVI

 

Gli interventi preventivi previsti dal progetto e volti a migliorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari, consistono nell’adozione di provvedimenti di tipo formativo e tecnico. Attualmente gli ospedali nei quali sono introdotte tali misure di prevenzione sono due : Serristori e S. Maria Annunziata. In entrambi i presidi è stato organizzato un training formativo per il personale infermieristico avente lo scopo di migliorare le tecniche di movimentazione dei pazienti ed addestrare il personale all’utilizzo corretto degli ausili meccanici introdotti. Nell’ospedale di Serristori tali ausili sono stati utilizzati a partire dal 31 ottobre ’99. Essi sono prodotti dalla ditta ARJO, scelta dopo apposita gara d’appalto. Per la scelta invece del tipo (sollevatori, barelle, telini ad alto scorrimento, cinture ergonomiche) e del numero di ausili da adottare, si è tenuto conto delle esigenze specifiche dei singoli reparti (tabella 19).

 

 

 

Tabella 19 - Ausili meccanici introdotti nei reparti dell’ospedale di Serristori: tipologia, numerosità e data di introduzione (* = 2 barelle regolabili in altezza dal 1 novembre 2000).

 

 

REPARTO

SOLLEVATORI

 TELINI ALTO SCORRIMENTO

TELINI ALTO SCORRIMENTO (riposizionamento nel letto)

CINTURA ERGONOMICA

Tipo

Data

Data

Data

Data

Medicina D

1

Marisa

31/10/99

1

31/10/99

1

31/10/99

1

31/10/99

Medicina U

1

Marisa

31/10/99

1

31/10/99

1

31/10/99

1

31/10/99

Ostetr./Ginec.

-

-

-

1

31/10/99

1

31/10/99

1

31/10/99

Dea

-

-

-

2*

31/10/99

2

31/10/99

1

31/10/99

Dialisi

-

-

-

-

-

-

-

1

31/10/99

Chirur./Ortop.

1

Maxi Combi

31/10/99

1

31/10/99

1

31/10/99

2

31/10/99

Anche per l’ospedale di S. Maria Annunziata gli ausili meccanici, utilizzati a partire dal 12 dicembre ‘99, sono stati prodotti dalla ditta ARJO (tabella 20).

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Tabella 20 – Ausili meccanici introdotti nei reparti dell’ospedale di S. Maria Annunziata: tipologia, numerosità e data di introduzione.

 

REPARTO

SOLLEVATORI

BARELLE e TELINI ALTO SCORRIMENTO

Tipo

Data

Data

Chirurgia I D

1

Trixie

01/06/00

2*

02/08/00

Chirurgia I U

Trixie

01/06/00

1*

02/08/00

Medicina I

1

Marisa

22/12/99

1

02/08/00

Chirurgia II D

-

-

-

1*

02/08/00

Chirurgia II U

-

-

-

1*

02/08/00

Ortop./Nefrol.

1

Maxi Combi

22/12/99

5

02/08/00

Rianimazione

1

Maxi Combi

22/12/99

-

-

Utic

1^

Maxi Combi

22/12/99

-

-

Urologia

-

-

-

2*

02/08/00

Dea

-

-

-

5

02/08/00

Dialisi

-

-

-

-

-

(* = barelle e telini alto scorrimento appartenenti al blocco operatorio e poi utilizzati per i trasferimenti nei rispettivi reparti di degenza; ° = Trixie della Chirurgia I D utilizzato anche nella Chirurgia I U; ^ = Maxi Combi della Rianimazione utilizzato anche in Utic.)

 

 

 

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE RELATIVE AL PRIMO STEP DELLA RICERCA

 

-         La popolazione studiata nella prima fase della ricerca è costituita da 730 (183 maschi, 547 femmine) operatori sanitari addetti all’assistenza dei pazienti di cinque presidi ospedalieri dell’Azienda Sanitaria di Firenze.

-         Nei 12 mesi precedenti la somministrazione dei questionari, il 25,7% dei soggetti riferisce di aver accusato almeno un episodio di lombalgia da sforzo ed il 77,9% ha sofferto di disturbi di tipo cronico al rachide.

-         Il tratto lombare del rachide è quello maggiormente interessato: il 60,4% dei soggetti localizza i disturbi cronici in tale sede.

-         La maggior parte dei disturbi cronici riferiti dagli operatori sanitari risulta inoltre di entità rilevante poiché circa il 70% di essi raggiunge il livello soglia prefissato.

-         Il livello di sforzo percepito riferito dagli operatori sanitari durante le operazioni di movimentazione pazienti, prima dell’introduzione degli interventi preventivi, si colloca attorno ai punteggi medi della scala di Borg.

-         La presenza di una soglia lombare positiva, l’età superiore ai 50 anni ed il sesso femminile influiscono in modo significativo sull’assenteismo generico per malattia relativo ai 12 mesi che hanno preceduto la somministrazione dei questionari.

 

 

Strumenti utilizzati

-         Questionario per la rilevazione dei disturbi muscoloscheletrici a carico del rachide (Hagberg e Coll. 1999, modificato.

-         Scala CR10 di Borg per la valutazione dello sforzo fisico percepito durante il lavoro giornaliero di movimentazione manuale pazienti.

-         Scheda di rilevazione dei dati per il calcolo dell’indice sintetico MAPO per la valutazione dell’esposizione al rischio da movimentazione manuale pazienti caratteristica di ogni reparto di degenza.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

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